L’arrivo del cinema in Italia

Tra il 1895 e il 1896 si diffonde anche in Italia una nuova forma d’intrattenimento, a metà strada tra la curiosità scientifica e l’attrazione, incentrata sulla visione di immagini fotografiche in movimento. Come in altri paesi, in origine si fronteggiano due sistemi di consumo delle immagini decisamente diversi: il Kinetosocopio,messo a punto dal noto inventore statunitense Thomas A. Edison con la collaborazione di William L. Dickson, e il Cinématographe  brevettato dai fratelli Lumière, titolari di un’importante industria di articoli fotografici di Lione.

Il Kinetoscopio consente la visione di un brevissimo film solo a uno spettatore per volta: questi, dopo avere introdotto una moneta, si china sull’apparecchio e attraverso un apposito oculare vede al suo interno, in scala molto ridotta, le immagini in movimento. Il cinematografo Lumière invece prevede una visione collettiva tramite la proiezione delle immagini su grande schermo.

Gli spettacoli di Kinetoscopio, pur giungendo in Italia prima del cinematografo Lumière (si presume a partire dalla primavera del 1895) vanno incontro a un rapido declino. Il cinematografo Lumière arriva in Italia poco tempo dopo la prima proiezione pubblica avvenuta in Francia (il 28 dicembre 1895): il nuovo spettacolo raggiunge le principali città a partire dalla primavera del 1896. I primi film sono brevissimi (una “veduta” Lumière,  costituita da una sola inquadratura, non dura più di 50 secondi), i soggetti sono prevalentemente rappresentati da riprese”dal vero” di eventi, scorci di città, passaggi di folle, luoghi esotici ma quasi subito iniziano a comparire anche i primi film di finzione (per lo più scene farsesche o film a trucco, ma non mancano i soggetti sacri). Tra i primi artisti italiani a utilizzare il cinematografo dei Lumière si distingue il grande trasformista Leopoldo Fregoli.