I primi passi del cinema sonoro

Pittaluga comprende subito l’importanza del film sonoro e la necessità di rifondare le condizioni tecnologiche della produzione e dell’esercizio. Si fa promotore del graduale adeguamento delle sale cinematografiche da lui gestite (in particolare di quelle di prima visione) ai due sistemi di riproduzione del suono cinematografico allora in voga: il sound on disc (sistema di riproduzione del suono tramite dischi grammofonici in sincrono con le immagini) e il sound on film (sistema, rivelatosi vincente già a partire dal 1931, di registrazione fotosensibile del suono direttamente su pellicola tramite pista ottica). Il 19 aprile 1929 Pittaluga presenta al pubblico italiano Il cantante di jazz (di A. Crosland) il primo film della storia del cinema con scene parlate, sia pure in misura assai ridotta (il film, prodotto dalla Warner con il sistema del sound on disc era uscito negli Stati Uniti un anno e mezzo prima, nell’ottobre del 1927). Il processo di conversione al sonoro ha comunque dei tempi estremamente lunghi.

Dopo aver rilevato i vecchi teatri di posa della Cines, l’imprenditore genovese decide di modernizzarli, rendendoli adatti alle esigenze delle riprese sonore: i nuovi studi saranno inaugurati nel maggio 1930, alla presenza di alte autorità dello Stato tra cui il ministro Bottai. Nell’ottobre del 1930 esce il primo film sonoro italiano, La canzone dell’amore, di Gennaro Righelli, da un soggetto di Luigi Pirandello.

Nell’aprile 1931 Stefano Pittauga muore improvvisamente. La sua scomparsa porta al graduale smantellamento del suo progetto, in fondo ancora embrionale, di integrazione verticale tra produzione, distribuzione ed esercizio. E apre, non solo simbolicamente, una nuova fase nella storia del cinema italiano.