La crisi del 1909

Dopo il 1905 il trend produttivo del nascente cinema italiano registra una crescita vertiginosa sia per numero di società che di film prodotti: dai cinquanta titoli del 1905 si passa ai circa 370 del 1908. Alcune società proseguono nella loro opera di riorganizzazione interna.

Nel 1909 il settore patisce gli effetti di una crisi economica più generale: la crisi in realtà investe soprattutto la distribuzione e l’esercizio (quest’ultimo già frenato anche dai primi provvedimenti di regolamentazione del settore adottati da alcuni comuni). La distribuzione, in particolare, vive una fase di sofferta riorganizzazione, con il graduale passaggio dal sistema della vendita diretta delle pellicole al sistema del noleggio. Anche nella produzione, tuttavia, si registra un rallentamento: alcune società (per esempio la Cines) registrano perdite significative. La concorrenzialità delle case italiane rispetto a colossi come la Pathé, resta ancora molto modesta. Si avverte inoltre anche un logoramento delle tipologie narrative. Una conseguenza negativa di questa crisi è la sovrapproduzione, ossia l’eccesso di offerta di titoli rispetto alle capacità di assorbimento del mercato interno: di fronte a queste difficoltà, diventa necessario per i produttori italiani aumentare la propria visibilità internazionale, condizione necessaria per recuperare i crescenti costi di realizzazione dei film. Il primo cinema italiano dimostra di possedere una rapida e capillare capacità di penetrazione sui mercati esteri, a partire da quelli più appetibili e solidi (come il mercato inglese): molteplici fattori (lo stadio ancora embrionale nello sviluppo internazionale delle professionalità, e delle grandi coalizioni industriali e finanziarie, l’assenza temporanea di leggi protezionistiche, l’azione ancora debole degli organismi di censura) creano un contesto commerciale ancora precario, aperto alla spietata ma libera competizione. A partire dal 1908 le case italiane, anche le più piccole, si attestano sui principali mercati europei, iniziando poi anche una difficile ma sempre più significativa diffusione nel vasto mercato statunitense.