L’avvoltoio / Amore senza stima, 1912

Regia: Baldassarre Negroni; produzione: Celio Film, Roma; anno: 1912 (riedizione, 1923?); fotografia: Giorgio Ricci; interpreti e personaggi: Francesca Bertini (Maria), Emilio Ghione (il seduttore), Alberto Collo (l’uomo nel bar), Noemi De Ferrari (l’altra donna), Angelo Gallina (il maggiordomo).

Il film
La giovane dattilografa Maria si innamora di un distinto gentiluomo. Rimane incinta, senza sapere che l’uomo è sposato. L’uomo, assillato dai debiti prodotti dalla sua vita dissipata, dipende dalla moglie, ricca, e non intende sposare la povera ragazza. Dopo aver rifiutato il denaro che gli viene offerto come riparazione al disonore, Maria prosegue il suo vagare disperato, con il bambino in braccio, finché decide di accettare le profferte di uno sconosciuto con l’unico scopo di comprare un’arma e vendicarsi.
La copia, unica esistente del film, conservata negli archivi della Cineteca Nazionale reca il titolo Amore senza stima e corrisponde alla riedizione di un film realizzato dalla Celio Film intorno al 1912, incompleta, rimontata e rimaneggiata, rimessa in circolazione, con tutta probabilità nel 1923, per sfruttare la fama dei protagonisti, Emilio Ghione e Francesca Bertini, tra l’altro da poco ritiratasi dalle scene. La copia, spesso confusa con l’omonimo film Cines del 1914, è stata oggetto di ricerche e di tentativi di attribuzione:
«La ricerca preparatoria al restauro permette di escludere che si tratti del film cui è stato frequentemente attribuito e cioè La bufera (1913). L’ipotesi più autorevole è che si tratti di un altro film di Baldassarre Negroni annunciato verso la fine del 1912, L’avvoltoio, oppure L’avvoltoio nero (come rilanciato nel 1913), soprattutto per la caratterizzazione del personaggio di Emilio Ghione, l’attore che alcune fonti segnalano come aiuto-regista o addirittura regista (il che non sarebbe strano, giacché il film è ancor più un veicolo di Ghione che della Bertini).
Il film contiene alcuni elementi che permettono di accomunarlo ad Amore senza stima, un dramma teatrale di Paolo Ferrari, essenzialmente nel rapporto tra il giocatore e la moglie, specialmente per quanto riguarda il crimine, ed è forse proprio per questo motivo che il film è stato ribattezzato. Lo stesso dramma di Ferrari servì d’ispirazione ad un film della Cines, del 1914».
Irela Nunez, Amore senza stima [L’Avvoltoio?],(Celio Film, Roma, IT 1912), Le giornate del cinema muto. Catalogo 2009. 28. Edizione. Pordenone 3-10 ottobre 2009, Teatro comunale Giuseppe Verdi, pp. 171-173.

 

I materiali filmici
Per il restauro del film, basato su un positivo imbibito conservato negli archivi della Cineteca Nazionale, unica copia esistente del film, si è proceduto con l’acquisizione a 4K e con l’esecuzione di interventi in digitale poiché la pellicola si trovava in grave stato di decomposizione. Sono state poi apportate delle modifiche all’ordine delle sequenze e, poiché la pellicola era quasi senza didascalie, ne sono state aggiunte di nuove, in modo da rendere più comprensibile lo sviluppo della storia. Le colorazioni sono state ricostituite col metodo Desmet.
Il restauro è stato eseguito, a cura del CSC-Cineteca Nazionale nel 2009 presso il laboratorio Prestech di Londra.

Link al film (Vimeo CN)
Provenienza: CSC-Cineteca Nazionale
B/n – colore: colore (colorazioni da nitrato d’epoca imbibito)
Lingua: didascalie italiane
Durata: 00:47:00
Velocità di proiezione: 17 fps