Casa mia, donna mia, 1923

Regia: Charles Krauss; produzione: Astrale Film, Palermo; distribuzione: Lombardo Film, Napoli; anno: 1923; soggetto: dal dramma in cinque parti di Vito Caruso; fotografia: Enrico Pugliese; scenografia: Alberto Bevilacqua; interpreti e personaggi: Maryse Dauvray (Linda-Flavia), Charles Krauss (suo padre).

 

Il film
Un vecchio pescatore vive insieme alla figlia Linda-Flavia in un piccolo paese sul mare. La ragazza è benvoluta da un’agiata signora, di nome Sanibba, che ha un figlio di nome Iori, un giovane scapestrato del quale Linda è innamorata. Iori induce il padre di Linda a bere e a pescare di frodo, ma, in un incidente, l’uomo perde la vita. Linda rimane sola e confusa e Iori approfitta di lei. La signora Sanibba costringe il figlio a sposarla: la ragazza si illude di essere amata, ma in realtà Iori è attratto da Adriana, un’avventuriera senza scrupoli.
Durante una festa nella villa di Adriana, gli invitati scoprono che, in una barca alla deriva in mare, c’è Linda, sola e svenuta. La ragazza viene salvata e ha uno scontro con Adriana. Linda decide di vendicarsi e di rapire la figlia della rivale, la quale manda la governante a riprenderla, ma troppo tardi: la piccola, già ammalata, muore, mentre la madre sta amoreggiando con un nuovo corteggiatore. Linda tenta di suicidarsi, ma viene salvata da Iori, che, pentito, ritorna alla propria casa e alla propria donna.

Questo film, di produzione regionale, girato in Sicilia, probabilmente ad Acitrezza, non risulta nei registri della censura e probabilmente non fu mai distribuito a livello nazionale.
Poiché, invece, sulle riviste cinematografiche sono presenti testimonianze, comprese tra luglio e settembre 1923, relative alla sua realizzazione, è probabile che la sua mancata circolazione sia stata la conseguenza del mancato visto di censura.

«Astrale, nome augurale! Sì, è un nome veramente augurale! Il primo soggetto che la “Astrale” metterà in scena e che ha per titolo Casa mia, donna mia! Ha tutte le qualità che servono a far dire di uno scenario che è ottimo. Ve le descrivo, queste qualità, futuristicamente.
Essenza umana + dinamismo sustanziale + varietà di paesaggio + originalità + verità scientifica e psicologica + dinamismo formale + creazione di tipi profondamente vitali + tecnica modernissima = fotogenia assoluta.
Ma ad uno scenario di tanta bellezza artistica, di tanta profondità di pensiero, di tanta varietà, corrisponderà una esecuzione perfetta? Giudicatene: protagonista è la francese Marise Dauvray, la interprete inobliata e inobliabile di J’accuse di Abel Gance, altra attrice sarà una italiana di grande bellezza e grande fascino e magistero d’arte, della quale non posso darvi ancora il nome. Posso però dirvi che il nome è… importantissimo.
Direttore il francese Charles Krauss (il noto metteur-en-scène che dopo aver lavorato con grande successo all’Eclair e alla Pathé di Parigi ha eseguito tanti bei lavori per la Lombardo Film), affiancato dal geniale siciliano Vito Caruso. Dalla unione di questi due elementi potete facilmente immaginare che dovrà venir fuori il vero e tanto auspicato film latino.
Scenografo lo stimatissimo Bevilacqua di Palermo e fototecnico il bravo Enrico Pugliese – della nostra città – il quale è già impegnato per altro prossima e seria lavorazione a Napoli. […] Il piano commerciale? Anch’esso semplicissimo e ingegnoso: Charles Krauss vende per la Francia, Vito Caruso vende come vuole – per l’Italia ed Egitto. E poi ben vengano – come verranno – gli acquirenti di altri paesi!».
s.n., L’Astrale Film, «La Vita Cinematografica», Torino, a. IV, n. 14, 25 luglio 1923, p. 56.

 

«L’“Astrale Film” di Palermo ha ultimato Casa mia, donna mia! Riuscendo ad ottenere un negativo perfetto. Ha riprodotto esterni di meravigliosa bellezza, in massima presi in controluce, ottenendo effetti mirabilissimi. Questi esterni hanno una pastosità, una morbidezza da eguagliare gli esterni delle grandi Case straniere, con la differenza che al paesaggio di sfondo scialbo si è sostituito il paesaggio sublime della nostra Sicilia. Vi sono quadri di tale omogeneità, nella composizione, da domandarsi se sia una composizione pittorica, più che una composizione umana.
Gli interni sono stati ricostruiti in miniatura. L’“Astrale” ha abolito le scene di tela o di legno: gli esterni sono veri e, quindi, belli, di quella vera bellezza plastica rispondente al soggetto.
E di bellezze è cosparso tutto il lavoro: bellezze di concetto e bellezze d’interpretazione. Marise Dauvray è stata inarrivabile, ha raggiunto la perfezione; cosa della quale ne eravamo convinti per le qualità insuperabili della bella e brava attrice. Charles Krauss, del quale ormai crediamo inutile rilevare i meriti indiscussi, ha sfoggiata tutta la sua abilità ed ha apportato al film il prezioso contributo dell’opera sua ammirabile ed originale. Complimenti all’’Astrale e sempre maggiori successi».
Notizie Varie, «La Vita Cinematografica», Torino, a. IV, n. 18, 30 settembre 1923, p. 59.

 

«Pronto per il noleggio / Casa mia donna mia! / Dramma di pensiero e di passione: di poesia e di umanità / Vito Caruso lo concepì / Charles Krauss lo concertò / Marise Dauvray / con la propria anima e con la propria intelligenza lo visse e lo rese / Astrale Film – Palermo».
«La Vita Cinematografica», Torino, a. IV, n. 22, dicembre 1925, pp. 82-83, pubblicità su due pagine.

 

I materiali filmici
Preservato a cura del CSC-Cineteca Nazionale nel 1979, in b/n, da un positivo nitrato imbibito lungo 1312 metri, con didascalie italiane (non più conservato).

 

Link al film (Vimeo CN)
Provenienza: CSC-Cineteca Nazionale
B/n – colore: b/n
Lingua: didascalie italiane
Durata: 01:03:56
Velocità di proiezione: 18 fps